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Decreto Bim in vigore dal 29 gennaio (ma l’applicazione parte dal 2019)

Scatterà tra poco più di un anno l’obbligo di progettare le grandi opere pubbliche con le procedure digitali del Building information modeling (Bim).

Dal 2019 le stazioni appaltanti dovranno prevedere l’utilizzo del Bim per tutti i «lavori complessi» di importo superiore a cento milioni. Mentre negli anni successivi, fino al 2025, l’obbligo verrà via via esteso alle costruzioni di importo minore. Dice questo la versione finale del decreto sulla digitalizzazione negli appalti pubblici che entrerà in vigore dal prossimo 29 gennaio.

Tra i «lavori complessi», il decreto individua quelli «caratterizzati da elevato contenuto tecnologico o da una significativa interconnessione degli aspetti architettonici, strutturali e tecnologici».

Per questo tipo di opere, quando sarà sfondata la soglia dei 100 milioni di euro, il Bim diventerà obbligatorio già a partire dal primo gennaio 2019. Si passerà poi, dal primo gennaio 2020, alle opere di importo superiore ai 50 milioni. Dal 2021 l’obbligo riguarderà le opere oltre i 15 milioni. E così via, fino al 2025, quando saranno coinvolte dall’obbligo anche le opere sotto il milione.

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