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Cambi d’uso, la Cassazione stoppa la Scia: «Serve il permesso»

Per l’edilizia è una sentenza-choc, che riporta indietro nel tempo e rischia di produrre la paralisi di molti cantieri in tutta Italia, specie nei centri storici: la terza sezione penale della Cassazione, nelle motivazioni del giudizio sui lavori di trasformazione di Palazzo Tornabuoni a Firenze in residenza di lusso, ha affermato che il cambio di destinazione d’uso di un immobile configura sempre, a prescindere dall’entità dei lavori, una ristrutturazione edilizia “pesante”, soggetta quindi a permesso di costruire e penalmente rilevante se fatta senza titolo (sarebbe dunque un abuso edilizio, non sanabile).

A supporto della sua tesi, la Cassazione sottolinea che «il mutamento di destinazione d’uso di un immobile configura in ogni caso un’ipotesi di ristrutturazione edilizia in quanto l’esecuzione dei lavori, anche se di entità modesta, porta pur sempre alla creazione di ‘un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. L’intervento rimane assoggettato, pertanto, al previo rilascio del permesso di costruire con pagamento del contributo di costruzione dovuto per la diversa destinazione».

La conseguenza è quella di vietare i cambi di destinazione d’uso fatti con Scia.

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