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Sismabonus, firmato il D.M. attuativo: ok allo sgravio fino all’85%. Iter veloce sui capannoni: sconto del 70% senza fare la diagnosi

Firmato il decreto che attiva il nuovo sconto fiscale per la messa in sicurezza degli edifici, fino a un massimo dell’85 per cento.

Il pacchetto è composto, oltre che dal decreto, da una linea guida e da un modello di asseverazione. Il nuovo sistema, già stabilizzato fino al 2021, ruota attorno alle classi di rischio: saranno otto, dalla A+ fino alla G (la peggiore).

Per accedere allo sconto fiscale, il proprietario di un immobile in zona di rischio 1, 2 o 3 (quasi tutto il territorio italiano) dovrà incaricare un professionista di valutare la situazione esistente e di stimare la classe di rischio.

Il professionista dovrà, poi, progettare un intervento di messa in sicurezza, stimando il miglioramento possibile. Poi, dovrà asseverare i nuovi valori di rischio, ottenuti grazie agli interventi. A seconda dell’incremento conseguito, sarà possibile ottenere uno sconto fiscale: senza variazioni di classe ci si ferma al 50%, con il miglioramento di una classe si arriva al 70%, mentre con un doppio salto si sale fino all’80%, considerando un ammontare massimo di spesa pari a 96mila euro l’anno per ogni unità immobiliare. Per le parti comuni dei condomini ci sarà uno sconto extra pari al 5 per cento. Si arriva, così, al tetto massimo dell’85 per cento. Tutte le detrazioni potranno essere spalmate in cinque anni.

A disposizione dei professionisti ci saranno due metodi per determinare la classe. Il primo è quello chiamato “convenzionale”, che sarà applicabile a ogni tipologia di costruzione e sarà basato sull’applicazione dei metodi previsti dalle Norme tecniche per le costruzioni. Il secondo metodo sarà semplificato e rappresenta una grande novità. La valutazione sarà realizzata in maniera rapida e a costi contenuti. La corsia preferenziale, però, avrà un perimetro limitato: sarà confinata agli interventi di rafforzamento locale, come l’installazione di catene in acciaio. Si tratta di un metodo pensato per i piccoli interventi di rammendo, da utilizzare principalmente su edifici in muratura.

Le agevolazioni riguardano prime e seconde case, ma anche i capannoni, per i quali è prevista una procedura agevolata. Per quest’ultimi, infatti, anziché effettuare la diagnosi preventiva, come per gli edifici residenziali, le imprese potranno direttamente intervenire per correggere gli aspetti critici. E avranno a disposizione il bonus relativo al singolo salto di classe, pari al 70%.

Si tratta di un importante taglio dei tempi. Ma anche di un risparmio, perché la diagnosi non andrà pagata e, soprattutto, gli interventi di messa in sicurezza saranno individuati a monte dal ministero e non dovranno essere decisi volta per volta dal professionista.

Per accedere allo sconto fiscale, allora, bisognerà agire solo con interventi locali che eliminino tre tipologie di carenze, puntualmente elencate dalle linee guida. La prima è la carenza nelle unioni tra elementi strutturali (ad esempio tra trave e pilastro e tra copertura e travi), rispetto alle azioni sismiche da sopportare. Poi, bisognerà correggere la carenza nella connessione tra il sistema di tamponatura esterna degli edifici prefabbricati e la struttura portante. Elementi come i pannelli prefabbricati, molto usati nei capannoni, andranno messi in sicurezza. Infine, bisognerà testare le carenze di stabilità nei sistemi presenti all’interno del capannone: macchinari, impianti, scaffalature che, secondo quanto spiegano le linee guida, possono indurre danni alle strutture che li ospitano, in quanto privi di sistemi di controventamento o perché indotti al collasso dal loro contenuto.

Per andare alla fase operativa manca ancora un altro elemento: l’Agenzia delle Entrate dovrà pubblicare le istruzioni per cittadini, professionisti e imprese.

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