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Il nuovo Piano Transizione 4.0 per gli anni 2020- 2022:  rafforzamento del bonus investimenti

Il nuovo Piano Transizione 4.0 mette a disposizione delle imprese risorse per circa 24 miliardi di euro in cinque anni a valere sul Fondo che anticipa le risorse Nex Generatio Eu, con diverse linee di intervento.

Il Piano prevede un potenziamento degli incentivi sugli investimenti 4.0 attraverso l’incremento dei tetti massimi agevolabili e delle aliquote del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali e beni 4.0, materiali e immateriali e per investimenti in ricerca e sviluppo, in innovazione tecnologica e in design e ideazione estetica.

Nell’ambito delle attività per l’innovazione sono state previste aliquote più elevate per i progetti di investimento che abbiano specifici obiettivi 4.0 e green e il rafforzamento del credito d’imposta per la formazione 4.0, con l’inclusione nella base di calcolo di ulteriori voci di spesa (es. spese di personale relative ai formatori per le ore di partecipazione alla formazione) e l’estensione dell’agevolazione al 2022.

I nuovi crediti d’imposta sono validi per 2 anni e le nuove agevolazioni riguarderanno gli investimenti effettuati dal 16 novembre 2020.

Del pacchetto fanno parte:

  • crediti di imposta per beni strumentali 4.0 e tradizionali;
  • credito d’imposta ricerca, innovazione e design (ex Ricerca & Sviluppo);
  • credito d’imposta formazione 4.0.

In Legge di bilancio entra anche una nuova versione del Piano Transizione 4.0.

Gli incentivi 4.0 al centro del nuovo Piano Transizione 4.0 includono i crediti d’imposta per Beni strumentali (investimenti), Ricerca & Sviluppo, agevolabili anche con modalità retroattiva, includendo quindi gli investimenti effettuati a partire dal 16 novembre 2020.

Il credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali materiali ed immateriali viene esteso fino al 31 dicembre 2022 (ovvero agli investimenti effettuati fino al 30 giugno 2023, a condizione che entro il 2022 l’ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti per almeno il 20% del costo di acquisizione), con decorrenza della nuova disciplina dal 16 novembre 2020. Incremento dal 6% al 10% per tutti del credito beni strumentali materiali (ex super) ed estensione del credito ai beni immateriali non 4.0, per il solo anno 2021, con il 10% per investimenti effettuati nel 2021.

Per gli investimenti in beni strumentali materiali 4.0, già a partire (effettuati) dal  16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2021 (con possibile estensione fino al 30 giugno 2022 se versato il 20% entro il 31 dicembre 2021), il credito d’imposta spetta nella misura del:

  • 50% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 30% del costo per la quota di investimenti superiori a 2,5 milioni e fino a 10 milioni di euro;
  • 10% del costo per la quota di investimenti superiori a 10 milioni e fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro.

Per gli investimenti effettuati nel 2022 (con possibile estensione fino al 30 giugno 2023), invece, il credito di imposta scende al 40% per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro e al 20% per la quota di investimenti superiori a 2,5 milioni e fino a 10 milioni di euro, mentre rimane al 10% per la quota di investimenti superiori a 10 milioni e fino a 20 milioni di euro.

Per i beni immateriali 4.0 (ammesse anche le spese per servizi sostenute in relazione all’utilizzo dei beni mediante soluzioni di cloud computing, per la quota imputabile per competenza), per gli investimenti effettuati a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2022 (con possibile estensione fino al 30 giugno 2023), l’aliquota agevolativa è pari al 20% del costo, nel limite massimo di costi ammissibili pari a 1 milione di euro.

Per i beni strumentali “ordinari” non 4.0, per gli investimenti effettuati a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2021 (con possibile estensione fino al 30 giugno 2022), la misura del credito d’imposta è pari al 10% del costo, elevata al 15% per gli investimenti in beni strumentali, sia materiali sia immateriali, destinati all’organizzazione di forme di lavoro agile.

In ogni caso, il beneficio è riconosciuto nel limite massimo di costi ammissibili pari a:

  • 2 milioni di euro, per i beni materiali;
  • 1 milione di euro, per i beni immateriali (novità della nuova disciplina. Secondo la disciplina previgente i beni immateriali non erano agevolabili).

Per gli investimenti effettuati nel 2022 (con possibile estensione fino al 30 giugno 2023), invece, il credito di imposta scende al 6%, sempre nel limite massimo di costi ammissibili pari a 2 milioni di euro per i beni materiali e a un milione di euro per i beni immateriali.

Tutti i crediti d’imposta sono utilizzabili in compensazione tramite F24 in 3 quote annuali di pari importo a decorrere dall’anno di entrata in funzione dei beni ovvero a decorrere dall’anno di avvenuta interconnessione dei beni (materiali ed immateriali) 4.0.

Per gli investimenti in beni strumentali e immateriali “generici” non 4.0 effettuati nel 2021 da soggetti con ricavi o compensi minori di 5 milioni di euro, il credito d’imposta invece è fruibile in un anno.

Sul sito del Ministero dello Sviluppo economico sono illustrate sinteticamente le nuove misure nel documento Presentazione Nuovo Piano Transizione 4.0

Per ulteriori informazioni contattare gli uffici della propria territoriale.

Per eventuali approfondimenti: https://www.mise.gov.it/index.php/it/transizione40

PianoNazioneTransizione 4.0_slides_2020_2022

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